“In quest’azzurrità…”

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Il viaggiatore che capita a Camogli, si rende subito conto di non trovarsi in una città, ma in un quadro di De Chirico. Tutto ha una fissità quasi metafisica:  il clima caldo umido e opprimente;  le case, che non sono case ma improbabili palazzoni altissimi a inguaiare l’orizzonte;  le scalinate interminabili;  i colori sgargianti;  i gesti antichi dei pescatori e la durezza della loro vita.

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I decori trompe-l’oeil sono caratteristici.

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Sia ben chiaro: il posto è unico e bellissimo;  si capisce che le case sono costruite in altezza per rubare ogni possibile boccone di terra al mare e alla montagna,  ma a me Camogli più che a un luogo di vacanza fa pensare ad un luogo di meditazione.

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Non poteva mancare il  “pino sul mare”…

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(Il titolo del post e’ il verso di una canzone di Renato Zero).



Azure window.

The traveller arrived in Camogli  has the impression to be imprisoned in its secluded,  unique panorama:  high premises cut the horizon out into a small unreal place.  The weather is hot and humid,  the sun gives no relief;  fishermen carry on their hard lives  under an indifferent azure sky.    And yet outstanding.  Almost metaphysical.  Almost a place for meditation.

(The title of the post in Italian is a line from a song by Renato Zero).

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12 risposte a "“In quest’azzurrità…”"

  1. La meridiana disegnata sulla facciata di un palazzo sulla piazza e poco più in là la frase di mare, gli stretti portici con botteghe di arte, la focaccia al formaggio, la ripida scalinata che conduce alla stazione e quella chiesa che con il mare piatto ha del fiabesco e con il mare in tempesta ha del Sublime quando sembra abbracciata dal mare. Bel Blog continua così!

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